L’idea di trasferire i concetti del coding tramite la musica è stata un’idea del tutto naturale. Infatti la composizione musicale, formale o anche informale, pone in essere una serie di difficoltà che il compositore deve risolvere ai fini espressivi.
Spesso una partitura pone in campo diverse risoluzioni, tutte vanno affrontate singolarmente secondo una logica organizzata molto simile al pensiero computazionale. Inoltre la composizione moderna che si avvale dei computer e di software specializzati mette ancora più in luce quest’aspetto.
Come prodotto finale si è pensato alla sonorizzazione di un cartone animato del 1935.
In ogni fase abbiamo messo in gioco le fasi del pensiero computazionale ovvero:
- formulazione del problema: cosa devo sonorizzare;
- espressione della soluzione: trovare un oggetto fisico o elettronico che produca quel suono;
- esecuzione e valutazione della soluzione: registrando i suoni sul software e sincronizzando con le immagini si è valutato se la soluzione era quella giusta.
Per cui si è trovato, ad esempio, che una busta di plastica poteva riprodurre il suono del mare, o una sedia che striscia in terra poteva ricreare il suono di una persona che russa.